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Calabritto tra i romanzi del Premio Letterario il Borgo Italiano 2023 con Raffaele Della Fera

Calabritto partecipa al Premio Letterario il Borgo Italiano 2023 Edizione Borgo di La Martella attraverso la sezione Romanzo Edito grazie a un'opera di Raffaele Della Fera dal titolo "La preta ianca", edita da Book evolution.


Calabritto è un comune italiano di 2160 abitanti della provincia di Avellino in Campania.


Il paese è situato a 460 metri s.l.m. in una pittoresca zona collinare, alle pendici del monte Altillo, l'estremità orientale dei monti Picentini. Ricco di sorgive (in parte captate dall'Acquedotto Asis, che disseta 155 comuni della provincia di Salerno), tra i fiumi che attraversano il territorio comunale vi sono il Sele e il rio Zagarone. L'attuale centro abitato è di origine presumibilmente longobarda. Il paese acquista una certa importanza in epoca tardomedioevale (durante la dominazione angioina, aragonese); successivamente, divenuto feudo degli Estouteville (italianizzato in Tuttavilla), famiglia patrizia di Napoli, acquisisce il titolo di Ducato. Calabritto è stato devastato da diversi terremoti; fra i più disastrosi vi sono quello del 1773 e l'ultimo di essi, avvenuto il 23 novembre 1980, che ha completamente raso al suolo il paese, provocando cento morti e trecento feriti.


La maggior parte delle architetture di interesse storico-artistico sono state distrutte dal terremoto del 1980. Fra gli edifici di rilevanza, sopravvissuti ai crolli sono da citare: Borgo e castello medioevale di Quaglietta (rocca longobarda del 1200 quasi interamente ristrutturata con fondi europei), che l’albergo diffuso ‘Quaglietta’, struttura ricettiva in stile medioevale; il Santuario di Maria Ss. della Neve (luogo di culto a 945 m s.l.m. domina l'intera valle del Sele), fondato nel XV secolo dai monaci della Congregazione del Beato Pietro de Pisis e ristrutturato in seguito al terremoto del 1980 - annesso al santuario c'era un convento, ora trasformato in ostello; la Cappella di Maria Ss. dei Grienzi (ospita la statua della Madonna particolarmente venerata a Calabritto) inaugurata nel 1751 e situata in un pianoro circondato dalle vette più alte dei Monti Picentini, a 1 000 metri d’altezza; la Chiesa rupestre della Madonna del fiume (la cappella è situata in un antro posto su un dirupo; la Madonna del Fiume è protettrice delle partorienti, che nel giorno del lunedì in Albis tradizionalmente si recano a pregare in questo luogo già frequentato in epoca pre-cristiana); la Chiesa Madre (il principale luogo di culto del paese); la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (al suo interno è presente un quadro della Madonna Nera importato dai monaci basiliani intorno al 1200).


Di notevole interesse sono le cascate naturali di Calabritto, un’area naturalistica costituita dalle principali 14 cascate formate dal rio Zagarone e dai suoi affluenti. Si possono praticare il trekking e il canyoning, immersi nella Valle dello Zagarone (o forra di Calabritto). Attualmente una parte dei sentieri è in fase di ammodernamento. Tra le cascate più suggestive: le Cascate di Bard'natore; la cascata del Tuorno; la cascata del Fuorchio; la cascata del Furniddu, la cascata del Rivezzuolo.


Calabritto


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